Le regole del basket

Wilt Chamberlain, Magic Johnson, Larry Bird, Michael Jordan, LeBron James. Tutti, appassionati o meno, conosciamo le gesta sul parquet di queste leggende della pallacanestro. Ma conosciamo bene anche le regole dello sport che li ha resi immortali? Oggi parleremo proprio di questo e di quelle parti del regolamento meno note ai non addetti ai lavori.

Le “misure” del basket

Il tradizionale campo da basket misura 28 metri x 15. A metà dei suoi due lati più corti vengono piazzati i canestri, alti 3,05 metri e con 45 cm di diametro, e i tabelloni. Il terreno di gioco è diviso da una linea centrale che stabilisce la metà campo difensiva e quella offensiva e intorno ai tabelloni è disegnato un semicerchio (distante 6.75 metri nel basket FIBA e 7,25 metri in quello NBA) che indica la distanza del tiro da tre punti.

I “tempi”

Ogni partita si disputa sulla lunghezza di 4 tempi (o quarti) di durata variabile tra 10 (basket FIBA) e 12 minuti (NBA). Per completare una singola azione la squadra che ha il possesso di palla ha 24 secondi a disposizione. Al momento del tiro o in caso di cambio di possesso, il cronometro riparte da zero. Dopo ogni canestro la squadra che l’ha subito deve rimettere la palla dal fondo e ha 8 minuti per attraversare la metà campo difensiva.

Ci sono anche regole tempistiche individuali: il giocatore non può tenere la palla in mano senza palleggiare o passare per più di 5 secondi e non può sostare per più di 3 secondi all’interno dell’area pitturata difensiva o offensiva.

Le violazioni e i falli

Ci sono due tipi di infrazioni nel basket: le violazioni, che non comportano accumulo di penalità per il giocatore, e i falli veri e propri, sei per ogni atleta (al sesto fallo il giocatore viene espulso). Tra le prime rientrano il doppio palleggio (non si può tornare a palleggiare dopo essersi fermati una volta), i passi (non si possono compiere più di tre passi senza palleggiare o tirare) e l’infrazione di campo (non si può tornare nella propria metà campo difensiva una volta superata).

Tra i secondi rientrano il fallo sul tiro (che regala tiri liberi agli avversari), lo sfondamento (fallo commesso dall’attaccante che “sbatte” su un difensore fermo), il fallo antisportivo (ovvero quello ritenuto dagli arbitri pericoloso per l’incolumità degli avversari) e quello tecnico, assegnato per proteste contro avversari o direttori di gara. Nel corso della storia del basket i falli sono stati spesso usati come arma tattica. Basti pensare agli anni in cui Shaquille O’Neal dominava con i suoi Lakers rendendoli in automatico i favoriti dei pronostici di SportPesa per la vittoria del titolo. Grande giocatore e spesso inarrestabile, l’ex pivot veniva colpito fallosamente più volte possibile per evitare di farlo segnare e mandarlo in lunetta a tirare i tiri liberi, fondamentale in cui non eccelleva.

Le differenze tra basket NBA e basket FIBA

Oltre alla durata dei quarti di gioco ci sono altre differenze tra il basket americano e quello internazionale. La prima è quella della dimensioni del campo: 30x17m con linea del tiro da tre a 7,25 metri dal canestro negli USA. 28X15me con tiro da tre a 6,75 nel resto del mondo. La seconda è quella della chiamata dei timeout, riservata esclusivamente agli allenatori nel basket FIBA e a disposizione dei giocatori in quello NBA.

In caso di palla contesa, infine, negli Stati Uniti è ancora in vigore la regola della palla a due mentre a tutte le altre latitudini vale la regola del possesso alternato.


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