22 Nov ATP Finals 2018: Alexander Zverev è il Maestro

È Alexander Zverev il Maestro del 2018. Il 21enne di Amburgo è anche il più giovane vincitore delle ATP Finals degli ultimi dieci anni. Nel 2008 fu un certo Novak Djokovic a vincere il Masters di Londra, anche lui a 21 anni – più giovane di Zverev di circa un mese – ed era al suo primo titolo di Maestro.
Dieci anni più tardi il passaggio di consegne. Il giovane Zverev ha avuto la meglio in finale proprio sul numero uno del mondo Djokovic, con un perentorio 6-4 6-3 che non lascia spazio a dubbi sui meriti e le capacità del giovane tedesco, che chiude la stagione da numero quattro del mondo a una manciata di punti dalla terza posizione.
Le premesse della finale
Quando Federer nel 2011 conquistava il suo sesto Masters in diversi pensavano che il suo record sarebbe stato al sicuro per molto tempo. Dopo soli sette anni Djokovic si presenta all’ultimo match delle ATP Finals da favorito, con la possibilità di eguagliare il record dello svizzero.
Perché Djokovic fosse il favorito è presto detto. Prima della finale non aveva perso un set nel torneo, né aveva subito un singolo break. Giungeva all’ultimo match con la possibilità di diventare il primo giocatore a vincere il Masters senza perdere un set, da quando ci riuscì Ivan Lendl nel 1986.
A tentare di sbarrargli la strada c’era il giovane Zverev, suo l’onere di compiere l’impresa e abbattere il muro difensivo di Djokovic. Impresa che gli era riuscita una sola volta agli Internazionali d’Italia nel 2017, mentre le ultime sfide tra i due sono state appannaggio del serbo: 6-2 6-1 a Shanghai 2018, 6-4 6-1 nel round robin delle stesse Nitto ATP Finals. Le vittorie più recenti erano insomma di Nole, peraltro nette nel punteggio.
Il match
Il match inizia con un perfetto equilibrio tra i due. Entrambi servono bene e Zverev è sorprendentemente solido anche in risposta. Al servizio il tedesco è in stato di grazia. Serve l’84% di prime, Nole solo il 62% e infatti al nono game, quando il punteggio è ancora sul 4-4, l’equilibrio si rompe: qualche errore di troppo del serbo consegna il break a Zverev. Il 21enne tedesco sale sul 5-4 e non trema nel game decisivo del set: tre ace consecutivi gli consegnano tre set point e il secondo è quello buono. 6-4 e un set a zero per Sascha.
In molti si aspettano la reazione di Djokovic nel secondo set, ma questa non arriva. Il serbo cede subito il servizio, riesce nel contro break, ma poi perde di nuovo il game in battuta. Zverev non si lascia sfuggire questa seconda occasione e sale sul 3-1. Nole non riesce ad alzare il livello e perde ancora una volta il servizio nel game decisivo: Sascha vince il secondo set per 6-3 e conquista il trofeo più importante della sua carriera.
Djokovic è parso stranamente passivo nel secondo parziale, ma tutti i meriti vanno a Zverev: ci ha creduto fino in fondo, non ha tremato nei momenti decisivi, ha servito in maniera impeccabile, ma è stato anche solido da fondo campo riuscendo a contrattaccare in maniera efficace. E lo dimostrano i numeri: alla fine del match il conto dei vincenti è di 20 a 7 per Zverev, che ha pure commesso meno errori forzati (18 a 23).
La vittoria e il futuro di Zverev
Pur avendo perso nel round robin contro il serbo, Sascha ha vinto il torneo battendo due campioni come Federer e Djokovic, uno in semifinale e l’altro nel match conclusivo. Un vittoria il cui merito va in primo luogo al tedesco, ma anche al suo staff che comprende il padre, il fratello e da qualche tempo Ivan Lendl, il cui lavoro sta evidentemente dando buoni frutti.
Sascha Zverev chiude per il secondo anno consecutivo al numero quattro del ranking, dietro ai tre giocatori che hanno dominato il tennis degli ultimi quindici anni: Djokovic, Nadal e Federer. Sono stati proprio i giovani ad aver inflitto le ultime tre sconfitte subite dal numero uno al mondo: Djokovic ha perso a Toronto da Tsitsipas, a Parigi Bercy da Khachanov e a Londra da Zverev. Se i tre “mostri sacri” sono ancora al comando della classifica, dietro di loro c’è una generazione di giovani pronti a farsi spazio nella parte alta del ranking, una generazione guidata al momento da Alexander Zverev.