31 Ago Alle origini del pallone da rugby: da Lindon, Gilbert fino a Sirius Match Ball

Mancano pochi giorni all’inizio della Coppa del Mondo di Rugby 2019 e osservando il pallone ufficiale non si può che rimanere affascinati. I colori, i dettagli, le forme e il loro significato. È una vera opera d’arte fatta di materiali hi-tech e frutto di una costante ricerca e innovazione. Materiali che aumentano il grip della palla e la dispersione dell’acqua, distanti anni luce da quelli utilizzati un paio di secoli fa. È tempo di fare un salto indietro nella storia e scoprire come erano realizzati i primi palloni da rugby, con un unico avvertimento: potrebbe non piacere ai deboli di stomaco.
Alle origini del pallone da rugby: Richard Lindon
Il pallone da rugby ha una forma che lo distingue nettamente dagli altri sport. Calcio, tennis, basket e altri sport usano la classica palla sferica, il rugby un pallone ovale. Come mai? Il motivo ufficiale è che questa forma rende più facili passare e afferrare al volo la palla. Verissimo, ma dietro a questo ci sono precise ragioni storiche.
La storia del pallone da rugby risale ad alcune delle prime partite giocate alla Rugby School, dove Richard Lindon e Bernardo Solano usavano vesciche di suino e involucri di cuoio per fabbricare i palloni. Sì avete letto bene, vesciche di maiale, che andavano gonfiate soffiandoci dentro aria a pieni polmoni attraverso un tubicino di argilla. Un compito ingrato e pericoloso, vista la possibilità di contrarre malattie. Così gonfiata, la vescica di maiale assumeva un aspetto allungato, più simile a quello di una prugna che non a un uovo.
Nel frattempo Richard Lindon apre la sua attività di calzolaio e inizia a fornire prima calzature e poi palloni per la Rugby School. Questa stessa scuola richiese espressamente a Lindon una palla ovoidale per distinguere ulteriormente il proprio gioco da quello del calcio e nacque così il primo pallone da rugby con forma e dimensioni standard.
Storia del pallone da rugby: i Gilbert
In quegli stessi anni anche William Gilbert aveva un’attività di produzione e vendita di calzature e riforniva la Rugby School e presto iniziò anche la produzione di palloni. Una produzione che continuò per molti decenni e quattro generazioni: a William è succeduto il nipote James Gilbert, poi James John Gilbert (figlio di James) e infine James (figlio di James John).
James Gilbert (quarta generazione) ha gestito l’attività di famiglia con particolare solerzia, attenzione e orgoglio e riuscì a esportare palloni all’estero, persino in paesi amanti del rugby come Nuova Zelanda, Sud Africa e Australia. Da allora i palloni Gilbert sono diventati un’icona del rugby, anche dopo che la famiglia ha ceduto l’attività nel 1978. Con i nuovi proprietari il marchio Gilbert è rimasto e nonostante la crescente competizione mondiale è diventato il fornitore ufficiale della Rugby World Cup dal 1995 a oggi. Da allora, le scritte RWC e Gilbert sono comparse insieme sul pallone ufficiale per sette volte consecutive.
Il pallone della Coppa del Mondo di rugby 2019
Il pallone della Rugby World Cup 2019 è stato chiamato Sirius. Come la stella (Sirio) più luminosa del cielo, visibile da entrambi gli emisferi, Nord e Sud, simboleggiando così l’unione dei giocatori di rugby di tutto il mondo; Sirio è anche la settima stella più vicina al sole e allo stesso modo Sirius è il settimo pallone RWC prodotto dalla Gilbert.
Sirius contiene anche molti riferimenti al Giappone, sede della Coppa del Mondo 2019, dove le favorite dalle scommesse sul Rugby Nuova Zelanda, Sudafrica e Inghilterra si contenderanno il massimo titolo mondiale. I riferimenti al paese ospite partono dai kanji – gli ideogrammi giapponesi – che indicano il Giappone (Nihon), fino al cerchio rosso presente all’estremità del pallone che richiama il Sol Levante della bandiera nipponica; senza tralasciare le fasce colorate ornate con motivi familiari alla cultura giapponese e spesso presenti sui kimono. Un pallone ricco di dettagli, che riporta anche il grazioso logo della Rugby World Cup 2019.